Artrite psoriasica: come riconoscerla e curarla in tempo

L’artrite psoriasica o psoriasi artropatica è un’artrite infiammatoria caratterizzata dalla presenza di dolore, gonfiore e rigidità articolare. Può colpire tutte le articolazioni, ma più frequentemente interessa le piccole articolazioni delle mani e dei piedi, i polsi, le caviglie e le articolazioni sacro-iliache.

La psoriasi artropatica è progressiva ed invalidante. Se non curata può compromettere la funzionalità delle articolazioni, causando dolore, tumefazione e deformazione.

L’esordio può essere più o meno rapido ma spesso è lento ed insidioso. Non raramente le alterazioni iniziali possono essere asintomatiche, lasciando il paziente inconsapevole della sua presenza e portare ad un ritardo nella diagnosi.

La psoriasi artropatica generalmente esordisce a distanza di anni da quella cutanea, alcune volte è concomitante, più raramente la precede. Esistono casi in cui la compromissione articolare è l’unica manifestazione di malattia.

La psoriasi è oggi considerata una patologia sistemica, ed oltre la cute, può interessare altri organi ed apparati. Approssimativamente un paziente su quattro affetto da psoriasi cutanea può manifestare la malattia a livello articolare, che insorge più frequentemente dai 30 ai 50 anni, con uguale distribuzione nei due sessi.

 

 

Classificazione dell’artrite psoriasica

Generalmente si distinguono 5 varianti:

  • Oligoartrite: coinvolgimento di cinque articolazioni, in genere asimmetrica ed associata all’entesite (infiammazione delle inserzioni tendinee sull’osso)
  • Poliartrite: coinvolgimento di più di cinque articolazioni, in genere simmetrica
  • Forma dattilitica: interessa principalmente le articolazioni interfalangee distali e prossimali di mani e piedi
  • Forma assiale: coinvolgimento della colonna vertebrale, con o senza interessamento delle articolazioni di mani e piedi
  • Artrite mutilante: forma rara, aggressiva e deformante, che può portare alla distruzione della struttura ossea delle falangi distali delle dita di mani e piedi

 

La presenza di obesità, sindrome metabolica, uveite, malattie cardiovascolari, ed alcune caratteristiche della psoriasi cutanea quali la sua gravità, l’interessamento delle unghie e la presenza di artralgie sono correlate ad un rischio più alto di sviluppare la forma artropatica.

 

Nelle fasi precoci i sintomi ed i segni di compromissione articolare possono essere transitori, rendendo più difficoltosa e ritardata la diagnosi. Un numero non trascurabile di pazienti può evidenziare, con indagini radiologiche mirate, segni di infiammazione articolare sub-clinica, ancora prima dell’esordio dei sintomi.

La diagnosi precoce è fondamentale per evitare la sua progressione e per effettuare sin dall’inizio la scelta terapeutica più appropriata.

 

 

Artrite psoriasica: come riconoscerla e curarla in tempo

 

 

 

Sintomi dell’artrite psoriasica

La velocità di comparsa e progressione della psoriasi artropatica è variabile ed i sintomi possono essere più o meno gravi, da fastidiosi a debilitanti, transitori o permanenti, a seconda dei casi. In genere il decorso è cronico, con fasi di riacutizzazione alternati a periodi di remissione.

I sintomi più frequenti sono rappresentati da:

  • Astenia: stanchezza generale, senso di spossatezza
  • Entesite: dolenzia all’inserzione dei tendini nelle ossa: molto frequente al tallone (tendinite achillea) ed alla pianta del piede (fascite plantare).
  • Lombalgia: dolore lombare che peggiora con il riposo, è più evidente al mattino e migliora con il movimento durante la giornata.
  • Spondilite: dolore alla colonna vertebrale dovuta ad infiammazione delle articolazioni tra le vertebre.
  • Rigidità articolare: presenza di rigidità articolare al mattino che progressivamente risolve col movimento.
  • Sacroileite: dolore al gluteo che si irradia alla gamba fino al ginocchio (sciatica mozza)
  • Dattilite: edema e dolore delle dita delle mani e dei piedi (dita a salsicciotto)
  • Onicodistrofia: presenza di alterazioni ungueali di mani e piedi (depressioni puntiformi, striature, distacco dal letto ungueale, ispessimento, chiazze color salmone), spesso confuse con onicomicosi

 

Diagnosi precoce

La presenza di artrite psoriasica dovrebbe essere sospettata dal dermatologo, in base alle caratteristiche della psoriasi cutanea, ai sintomi riferiti dal paziente ed alla presenza di eventuali comorbidità, e confermata dal reumatologo sulla base delle caratteristiche del dolore e di indagini di laboratorio e strumantali eventualmente richieste (esami ematochimici, ecografia articolare, ecografia power doppler, radiografia, RMN, TC.)

 

Terapia

Negli ultimi anni le terapie a disposizione del medico sull’artrite psoriasica si sono progressivamente ampliate, e lo specialista può disporre di nuovi farmaci per contrastare l’insorgenza e la progressione della malattia. I farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) ed i farmaci antireumatici modificatori della malattia sintetici convenzionali (DMARD) rappresentano ancora oggi un caposaldo nella gestione della malattia e dei suoi sintomi, ma è solo con l’avvento dei cosiddetti farmaci biologici che la terapia è stata rivoluzionata, portando al raggiungimento di risultati clinici e radiologici significativamente migliori.

I farmaci biologici sono anticorpi monoclonali sintetizzati in laboratorio capaci di inibire selettivamente l’azione di alcune citochine, quali TNF- α, IL-17, IL-12/23, IL-23, sostanze prodotte dalle cellule infiammatorie e responsabili della patogenesi della malattia. Sono farmaci somministrati essenzialmente sottocute, potenti, sicuri ed affidabili ma che hanno bisogno comunque di un monitoraggio di laboratorio e di visite di controllo regolari.

Più recentemente sono disponibili altri farmaci, piccole molecole che vengono somministrate per via orale, come gli inibitori delle janus chinasi (JAK), che interferiscono con le vie di segnalazione cellulare coinvolte nell’infiammazione.

Punti cardine di una corretta terapia della psoriasi artropatica sono la diagnosi precoce, in cui la sensibilità e l’esperienza del dermatologo possono farne sospettare la presenza anche quando essa è ancora asintomatica, e la collaborazione con il reumatologo, la cui competenza ed integrazione porta ad una decisione terapeutica condivisa e personalizzata in base alle caratteristiche del paziente.

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