RESPONSABILE SCIENTIFICO: Prof. Eleonora Candi
I carcinomi squamosi (SCC) sono tumori maligni aggressivi con elevata recidiva e prognosi infausta soprattutto nelle fasi avanzate. Come discriminare i il rischio per questi pazienti di andare incontro a recidiva ed individuare la scelta terapeutica più corretta è diventato di grande rilevanza. Questo studio preclinico mira ad esplorare le associazioni tra le“signatures” molecolari e le funzioni biologiche, nonché la sopravvivenza in coorti di pazienti oncologici selezionati. Utilizzando diversi modelli sperimentali (modelli tumorali 2-3D, diverse matrici di campioni dei pazienti) e approcci tecnologici (Next Generation Sequencing, ChIP eq, RNAseq, analisi LC-MS, trascrittomica mediante DSP, sequenziamento di singole cellule) ci proponiamo di fornire strumenti per scongiurare/prevedere recidive tumorali e metastasi, e migliorare il razionale per la stratificazione dei pazienti. Inoltre, questo studio potrebbe portare all’identificazione di bersagli molecolari innovativi per lo sviluppo di nuovi approcci terapeutici.
Ambito di ricerca Progetto di Ricerca PNRR-MAD-2022-12375755
RESPONSABILE SCIENTIFICO: Dr. Antonio Facchiano
Il progetto PENCIL mira a sviluppare nuove tecniche diagnostiche per il melanoma, combinando competenze genetiche, biochimiche e cliniche. L’obiettivo è migliorare l’identificazione dei casi di melanoma ereditario e ottimizzare i criteri per l’accesso ai test genetici. Inoltre, studiando la biopsia liquida e il microbioma cutaneo dei pazienti, si cercheranno nuovi biomarcatori che aiutino a prevedere la risposta alla terapia e il rischio di recidiva nei pazienti con melanoma avanzato in trattamento adiuvante. Questo permetterà di personalizzare meglio le cure e migliorare le prospettive terapeutiche per chi è a rischio elevato di ricaduta. Lo studio sarà condotto da 4 Unità Operative (Ospedale Policlinico San Martino di Genova, coordinatore; Istituto Nazionale Tumori IRCCS Fondazione G. Pascale, Napoli; CNR – Istituto di Chimica Biomolecolare, Sassari; Istituto Dermopatico dell’Immacolata, IDI-IRCCS, Roma)
Ambito di ricerca Progetto di Ricerca PNRR-MCNT2-2023-12378166
Borse di studio scadute
RESPONSABILE SCIENTIFICO: Dr. Siavash Rahimi
Le terapie oncologiche di precisione richiedono la disponibilità di “repliche” tumorali del paziente su cui impostare le procedure chirurgiche e convalidare trattamenti farmacologici specifici. L’avvento delle tecniche di bioprinting tridimensionale (3D) ha reso possibile la produzione di modelli tumorali personalizzati, superando le limitazioni dei tradizionali modelli virtuali 2D e 3D, o dei sistemi di coltura 2D e 3D già esistenti.
Il bioprinting 3D, che utilizza matrici organiche o metalliche, è stato introdotto, infatti, in campo medico per riprodurre parti anatomiche e creare modelli chirurgici per guidarne le procedure. Grazie alle riproduzioni altamente accurate e personalizzate ottenute dalle immagini radiologiche dei pazienti, i modelli stampati in 3D possono essere più efficaci. Inoltre, il bioprinting 3D sta emergendo come una tecnologia promettente per ottenere una produzione rapida e affidabile di modelli tumorali autologhi di pazienti per lo screening di farmaci personalizzati.
Utilizzando bioinchiostri personalizzati contenenti cellule in un idrogel adatto, il bioprinting 3D consente la deposizione simultanea e altamente specifica di più tipi di cellule, facilitando la formazione di architetture tissutali complesse. In effetti, il vantaggio più importante della fabbricazione di modelli tumorali biostampati in 3D è la possibilità di creare un microambiente tumorale appropriato. Infatti, i tumori contengono un repertorio di cellule reclutate, apparentemente normali, che contribuiscono all’acquisizione dei tratti tumorali distintivi creando uno specifico microambiente. Pertanto, i modelli complessi ottenuti con la bioprinting 3D sono più affidabili poiché migliorano notevolmente le procedure e i risultati dello screening farmacologico. Tuttavia, queste tecnologie sono ancora agli albori e sono necessarie ulteriori indagini prima che possano essere effettivamente tradotte nella pratica clinica di routine.
Ambito di ricerca Progetto di Ricerca PNRR-MCNT2-2023-12378474
RESPONSABILE SCIENTIFICO: Prof. Eleonora Candi; Co-PI Dott.ssa Elena Dellambra
La maggior parte delle neoplasie umane origina dal tessuto epiteliale (90%) e, indipendentemente dall’organo di origine, include il sottogruppo dei carcinomi squamosi (SCC). Gli SCC provenienti da organi distinti hanno prognosi diversa ma aspetti clinici e caratteristiche molecolari comuni. I carcinomi squamosi cutanei (cSCC) e quelli testa-collo (HNSCC) sono neoplasie molto comuni. cSCC è il secondo cancro più comune in tutto il mondo, con un’incidenza di 1 milione pazienti/anno. Sebbene i cSCC possano essere trattati con alte percentuali di successo attraverso la chirurgia, fino al 4% delle cSCC sviluppa metastasi e circa l’1,5% dei pazienti soccombe alla malattia. Gli HNSCC sono il sesto tumore per incidenza in tutto il mondo e derivano dalle superfici mucose squamose delle vie aeree superiori come cavità nasali, seni paranasali, cavità, rinofaringe, orofaringe, ipofaringe e laringe. La recidiva rappresenta un grave problema clinico in entrambi i casi, e determina una prognosi sfavorevole o una ridotta qualità della vita. In entrambi i tumori, lesioni multiple all’interno del campo di cancerizzazione indicano un rischio maggiore di sviluppare un SCC invasivo e spesso riducono l’efficacia dei trattamenti farmacologici o chirurgici favorendo la recidiva. Nonostante le migliori conoscenze sulla patogenesi molecolare del SCC, gli attuali trattamenti terapeutici si basano principalmente sulla classificazione del sistema di stadiazione TNM, che porta a un trattamento abbastanza omogenea per i diversi tumori SCC. A parte evidenti differenze cliniche, cSCC e HNSCC mostrano segni distintivi comuni ai tumori solidi come la risposta all’immunoterapia.
Lo studio delle caratteristiche molecolari e biochimiche comuni ai due tipi di tumore, con particolare riguardo al microambiente tumorale (TME), può portare all’identificazione di meccanismi patogenetici, nuovi biomarcatori e bersagli terapeutici e, inoltre, dare nuove indicazioni riguardo la resistenza alle terapie e alla identificazione di pazienti che andranno incontro a recidiva. Esploreremo, quindi, i processi fisiopatologici in modelli preclinici/clinici, con l’obiettivo di identificare “signatures” molecolari di malignità/aggressività del tumore per scongiurare /prevedere recidive e metastasi tumorali in cSCC e HNSCC.
Ambito di ricerca Studio dei meccanismi patogenetici relativi alle recidive dei tumori cutanei non melanocitari
RESPONSABILE DI PROGETTO: Dott. A. Facchiano
Il presente studio (acronimo ARTOO) misurerà il rilascio di metalli, nanoparticelle e altre molecole pericolose dai tatuaggi nel sangue e nelle urine degli individui prima e dopo le procedure di rimozione laser. Un follow-up identificherà qualsiasi evento avverso sistemico e locale a medio termine.
Inoltre, i lembi della pelle umana saranno tatuati ex-vivo e gli effetti dei prodotti di degradazione mediati dal laser saranno studiati in questo modello ex-vivo così come nella pelle normale o cancerosa in 2D e 3D culture.
Pertanto, lo studio ARTOO valuterà i rischi associati alla rimozione laser dei tatuaggi, sia nei pazienti che in vitro, con rilevanti conseguenze socioeconomiche.
Ambito di ricerca Valutazione della tossicità cutanea e sistemica in pazienti con rimozione laser di tatuaggio (ARTOO)
Numeri utili: CUP06 6646 4094,
Assicurazione e Attività Privata 06 6646 4499
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