RESPONSABILE SCIENTIFICO: Dr. Siavash Rahimi
Le terapie oncologiche di precisione richiedono la disponibilità di “repliche” tumorali del paziente su cui impostare le procedure chirurgiche e convalidare trattamenti farmacologici specifici. L’avvento delle tecniche di bioprinting tridimensionale (3D) ha reso possibile la produzione di modelli tumorali personalizzati, superando le limitazioni dei tradizionali modelli virtuali 2D e 3D, o dei sistemi di coltura 2D e 3D già esistenti.
Il bioprinting 3D, che utilizza matrici organiche o metalliche, è stato introdotto, infatti, in campo medico per riprodurre parti anatomiche e creare modelli chirurgici per guidarne le procedure. Grazie alle riproduzioni altamente accurate e personalizzate ottenute dalle immagini radiologiche dei pazienti, i modelli stampati in 3D possono essere più efficaci. Inoltre, il bioprinting 3D sta emergendo come una tecnologia promettente per ottenere una produzione rapida e affidabile di modelli tumorali autologhi di pazienti per lo screening di farmaci personalizzati.
Utilizzando bioinchiostri personalizzati contenenti cellule in un idrogel adatto, il bioprinting 3D consente la deposizione simultanea e altamente specifica di più tipi di cellule, facilitando la formazione di architetture tissutali complesse. In effetti, il vantaggio più importante della fabbricazione di modelli tumorali biostampati in 3D è la possibilità di creare un microambiente tumorale appropriato. Infatti, i tumori contengono un repertorio di cellule reclutate, apparentemente normali, che contribuiscono all’acquisizione dei tratti tumorali distintivi creando uno specifico microambiente. Pertanto, i modelli complessi ottenuti con la bioprinting 3D sono più affidabili poiché migliorano notevolmente le procedure e i risultati dello screening farmacologico. Tuttavia, queste tecnologie sono ancora agli albori e sono necessarie ulteriori indagini prima che possano essere effettivamente tradotte nella pratica clinica di routine.
Ambito di ricerca Progetto di Ricerca PNRR-MCNT2-2023-12378474
Borse di studio scadute
RESPONSABILE SCIENTIFICO: Prof. Eleonora Candi; Co-PI Dott.ssa Elena Dellambra
La maggior parte delle neoplasie umane origina dal tessuto epiteliale (90%) e, indipendentemente dall’organo di origine, include il sottogruppo dei carcinomi squamosi (SCC). Gli SCC provenienti da organi distinti hanno prognosi diversa ma aspetti clinici e caratteristiche molecolari comuni. I carcinomi squamosi cutanei (cSCC) e quelli testa-collo (HNSCC) sono neoplasie molto comuni. cSCC è il secondo cancro più comune in tutto il mondo, con un’incidenza di 1 milione pazienti/anno. Sebbene i cSCC possano essere trattati con alte percentuali di successo attraverso la chirurgia, fino al 4% delle cSCC sviluppa metastasi e circa l’1,5% dei pazienti soccombe alla malattia. Gli HNSCC sono il sesto tumore per incidenza in tutto il mondo e derivano dalle superfici mucose squamose delle vie aeree superiori come cavità nasali, seni paranasali, cavità, rinofaringe, orofaringe, ipofaringe e laringe. La recidiva rappresenta un grave problema clinico in entrambi i casi, e determina una prognosi sfavorevole o una ridotta qualità della vita. In entrambi i tumori, lesioni multiple all’interno del campo di cancerizzazione indicano un rischio maggiore di sviluppare un SCC invasivo e spesso riducono l’efficacia dei trattamenti farmacologici o chirurgici favorendo la recidiva. Nonostante le migliori conoscenze sulla patogenesi molecolare del SCC, gli attuali trattamenti terapeutici si basano principalmente sulla classificazione del sistema di stadiazione TNM, che porta a un trattamento abbastanza omogenea per i diversi tumori SCC. A parte evidenti differenze cliniche, cSCC e HNSCC mostrano segni distintivi comuni ai tumori solidi come la risposta all’immunoterapia.
Lo studio delle caratteristiche molecolari e biochimiche comuni ai due tipi di tumore, con particolare riguardo al microambiente tumorale (TME), può portare all’identificazione di meccanismi patogenetici, nuovi biomarcatori e bersagli terapeutici e, inoltre, dare nuove indicazioni riguardo la resistenza alle terapie e alla identificazione di pazienti che andranno incontro a recidiva. Esploreremo, quindi, i processi fisiopatologici in modelli preclinici/clinici, con l’obiettivo di identificare “signatures” molecolari di malignità/aggressività del tumore per scongiurare /prevedere recidive e metastasi tumorali in cSCC e HNSCC.
Ambito di ricerca Studio dei meccanismi patogenetici relativi alle recidive dei tumori cutanei non melanocitari
RESPONSABILE DI PROGETTO: Dott. A. Facchiano
Il presente studio (acronimo ARTOO) misurerà il rilascio di metalli, nanoparticelle e altre molecole pericolose dai tatuaggi nel sangue e nelle urine degli individui prima e dopo le procedure di rimozione laser. Un follow-up identificherà qualsiasi evento avverso sistemico e locale a medio termine.
Inoltre, i lembi della pelle umana saranno tatuati ex-vivo e gli effetti dei prodotti di degradazione mediati dal laser saranno studiati in questo modello ex-vivo così come nella pelle normale o cancerosa in 2D e 3D culture.
Pertanto, lo studio ARTOO valuterà i rischi associati alla rimozione laser dei tatuaggi, sia nei pazienti che in vitro, con rilevanti conseguenze socioeconomiche.
Ambito di ricerca Valutazione della tossicità cutanea e sistemica in pazienti con rimozione laser di tatuaggio (ARTOO)
Numeri utili: CUP06 6646 4094,
Assicurazione e Attività Privata 06 6646 4499
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