Si apre oggi a Orlando, in Florida, fino al 19 aprile il congresso internazionale dell’Associazione Americana per la ricerca sul cancro (AACR).
L’IDI-IRCCS, Istituto Dermopatico dell’Immacolata, parteciperà ai lavori del congresso, con un team di medici specialisti, presentando i nuovi approcci sul trattamento del melanoma in materia di Immuno-Oncologia.
Il melanoma è un tumore cutaneo che nella maggior parte dei casi può essere trattato con un intervento chirurgico. A seguito dell’intervento può essere richiesto un trattamento farmacologico ma, nonostante gli importanti sviluppi di cura degli ultimi anni, una percentuale di pazienti mostra ancora un alto rischio di progressione della malattia.
In questa prospettiva si inserisce uno degli approcci più innovativi e promettenti per la cura del melanoma, ovvero l’Immuno-Oncologia (IO).
L’Immuno-Oncologia, attraverso le ultime ricerche, ha completamente ribaltato il paradigma della terapia antitumorale: il bersaglio terapeutico non sono più le cellule tumorali, ma quelle immunitarie.
Il nostro sistema immunitario, infatti, è in grado di controllare e sconfiggere i tumori, grazie alla funzione chiamata immunosorveglianza. I tumori però a loro volta evadono questo controllo rendendo inoffensive le cellule immunitarie. Una delle tecnologie più utilizzate nell’immunoterapia è rappresentata dagli inibitori dell’immuno checkpoint (ICI), molecole in grado di “risvegliare” il sistema immunitario.
Nonostante questa importante rivoluzione, non tutti i pazienti rispondono positivamente ai trattamenti. Per questo motivo è molto importante avere un modello sperimentale che permetta di valutare le diverse opzioni terapeutiche disponibili per scegliere la più adatta al singolo paziente, seguendo il moderno approccio della medicina personalizzata.
L’IDI presenta al congresso un modello preclinico prodotto a partire da campioni di tumore prelevato dai pazienti. Da questi si ricavano dei frammenti chiamati tumoroidi che riproducono in vitro la complessa biologia del tumore, incluse le cellule immunitarie presenti. A differenza delle classiche colture cellulari monostrato, questo modello 3D permette di predire la risposta clinica del paziente a diversi immunoterapici, con una precisione maggiore dell’80% e, al tempo stesso di testare nuovi farmaci sperimentali, per individuare una terapia migliore in caso di progressione.