La Sindrome di Aymé-Gripp, precedentemente nota come sindrome di Fine-Lubinsky, è una sindrome genetica ultra-rara. All’IDI-Istituto Dermopatico dell’Immacolata è stato portato a termine uno studio che è riuscito ad evidenziare le prime manifestazioni cutanee riconducibili a questa sindrome.
Lo studio scientifico, condotto dalla Dottoressa Giulia Pascolini, genetista dell’Ospedale IDI-IRCCS di Roma, è stato pubblicato sulla prestigiosa rivista internazionale The Journal of Dermatology.
La Dottoressa Pascolini è stata in grado di provvedere ad una revisione clinica delle anomalie ectodermiche nei casi descritti dalla letteratura scientifica, contribuendo così a delineare il fenotipo ectodermico di questa sindrome.
Una scoperta importante vista la rarità della sindrome Aymé-Gripp che ad oggi conta pochissimi casi al mondo, circa 20. La sindrome, infatti, è caratterizzata principalmente da anomalie craniofacciali con un coinvolgimento uditivo e la tendenza allo sviluppo di pericarditi.
Lo studio si è concentrato su una bambina di 3 anni per la quale già nel 2021 la Pascolini sospettò la Sindrome di Aymé-Gripp in base alla facies peculiare e alla sordità riscontrata.
La recente osservazione presso l’Istituto Dermopatico dell’Immacolata, invece, ha riscontrato alcune manifestazioni cutanee nella piccola paziente. Questo ha permesso all’equipe di approfondire gli aspetti dermatologici della sindrome, rilevando principalmente la presenza di capelli radi, sottili ed unghie distrofiche.
Le stesse caratteristiche sono state evidenziate anche nei pochi pazienti ad oggi riportati in letteratura scientifica, aspetti non sufficientemente esplorati.
Questa sindrome può quindi essere considerata una condizione con coinvolgimento dermatologico non trascurabile.
La Sindrome di Aymé-Gripp
La sindrome è una patologia rara e multisistemica, caratterizzata da cataratta congenita, sordità neurosensoriale, ritardo mentale, bassa statura, epilessia, e da un aspetto del viso somigliante a quello caratteristico della sindrome di Down.
Le caratteristiche facciali, descritte come “simili alla sindrome di Down”, comprendono:
- brachicefalia
- aspetto facciale piatto
- naso corto
- filtro lungo
- bocca stretta e orecchie a impianto basso e ruotate posteriormente
La perdita dell’udito è spesso congenita. Altre caratteristiche possono includere bassa statura postnatale, disturbi convulsivi, anomalie cerebrali aspecifiche all’imaging della testa, anomalie scheletriche e limitazioni articolari.
È stato riscontrato che un sottogruppo di individui presenta pericardite o versamento pericardico durante il periodo neonatale o infantile. Tutti gli individui affetti hanno avuto un ritardo dello sviluppo, ma il grado di deterioramento cognitivo è estremamente variabile.
Diagnosi
La Sindrome di Aymé-Gripp può essere diagnostica a seguito delle evidenze, in un individuo, di cataratta, perdita dell’udito neurosensoriale e tratti facciali suggestivi. Nonché con il riscontro di una variante patogena eterozigote in una specifica regione di MAF, identificata attraverso un test genetico molecolare. Bisogna sottolineare che non sono stati stabiliti criteri diagnostici clinici formali per la Sindrome di Aymé-Gripp.
Cura e gestione
Il trattamento della sindrome prevede un approccio multidisciplinare.
- ricorso a impianti cocleari
- interventi chirurgici
- terapie fisiche per le limitazioni articolari più lievi
- ricorso di terapie standard per i ritardi cognitivi, per i disturbi convulsivi, scoliosi, difetti cardiaci congeniti/problemi pericardici, oligodontia e ipotiroidismo.
La sindrome una volta diagnosticata deve essere monitorata con attenzione. Tramite controlli periodici si cerca di valutare l’evoluzione di nuove manifestazioni neurologiche e la progressiva restrizione articolare nelle articolazioni principali.
Nel monitoraggio della sindrome si ricorre anche a valutazioni audiologiche e oftalmologiche annuali.
L’importanza della consulenza genetica
La Sindrome di Aymé-Gripp si eredita con modalità autosomica dominante. Quasi tutti gli individui segnalati fino ad oggi rientrano nei casi simplex, ovvero con la presenza di un evento singolo in famiglia, derivanti da una variante patogena de novo. Una volta identificata l’alterazione genetica si può ricorrere ad un test parentale.
Ogni figlio di un individuo affetto dalla sindrome di Aymé-Gripp ha una probabilità del 50% di ereditare la variante patogenetica MAF. La diagnosi prenatale, nelle gravidanze ad alto rischio, può avvenire se si conosce la variante patogenetica in un membro della famiglia affetto.