Contratti di ricerca

Cutaneous T cell Lymphoma: new approaches toward a better patient management /2

Responsabili scientifici: Dott. Enrico Scala (PI), Dott.ssa Maria Grazia Narducci (CO-PI)

 

Il linfoma a cellule T cutanee (CTCL) è un tumore molto raro (7-10 casi per milione di persone) caratterizzato dalla presenza ed espansione di linfociti CD4+ maligni sulla pelle. Le varianti più comuni sono la micosi fungoide (MF) e la sindrome di Sézary (SS). Lo stadio precoce della MF mostra un’infiltrazione limitata alla pelle con un decorso clinico lento e indolente che progredisce nel corso degli anni attraverso macchie e placche; tuttavia, circa il 30% delle MF progredisce in stadi tumorali aggressivi con scarsa prognosi. La SS è la forma più rara ma più aggressiva di CTCL caratterizzata, all’esordio della malattia, dalla co-presenza di linfociti neoplastici (cellule SS), principalmente nel sangue, nei linfonodi e sulla pelle. I pazienti con SS hanno un tasso di sopravvivenza globale a 5 anni (OS) che va dal 15% al 40%. Le forme aggressive dei CTCL sono è influenzate da molti eventi genetici come variazioni del numero di copie geniche, mutazioni e alterazioni cromosomiche che interessano la segnalazione del recettore delle cellule T, le molecole di co-stimolazione, PI3K, JAK/STAT, NF-kB, ciclo cellulare, apoptosi, risposta al danno al DNA, modificatori epigenetici e immuno-sorveglianza. Nonostante i numerosi dati high throughput generati finora tramite analisi NGS, nessun terapeutico è stato ancora individuato per una cura risolutiva o per prolungare la sopravvivenza dei pazienti affetti da CTCL aggressivo. Il fallimento terapeutico è dovuto in parte all’elevata eterogeneità intra-tumorale della malattia, ma anche alla scarsa partecipazione dei tumori rari ai trial clinici. Recentemente l’inibitore di PI3K Duvalisib ha mostrato efficacia in circa il 30% dei casi. Altre terapie mirate sono rappresentate da inibitori di JAK/STAT, HDAC e farmaci ipometilanti (decitabina, metotrexato) che mostrano efficacia nel 20-40% dei casi. Recentemente, nuovi approfondimenti sulla patogenesi provengono dagli studi effettuati dall’ UO1 e UO3 sul CD39: il team dell’UO1 ha dimostrato che l’espressione di CD39 è geneticamente controllata dallo SNP A/G rs10748643 che è in grado di distinguere due gruppi di pazienti SS (CD39+ e CD39-) associati a diverse prognosi (Picozza et al. 2022). Risultati preliminari indicano che le cellule CD39+SS sono trascrizionalmente meno attive (sia in termini quantitativi che qualitativi) rispetto alle cellule CD39- SS suggerendo che questa proteina è in grado di agire su meccanismi epigenetici come la metilazione. Questi dati suggeriscono che il bio-marcatore CD39 può aiutare a selezionare i pazienti potenzialmente più responsivi alle terapie ipo-metilanti. C’è inoltre da sottolineare che il team dell’ UO3 ha dimostrato che gli ecto[1]enzimi CD39/CD73 generano adenosina extracellulare immunosoppressiva (ADO), potenzialmente coinvolta nella risposta immune dei pazienti affetti da SS (Yakymiv et al. 2023). Considerando le sfide terapeutiche sopra descritte e la scarsità di modelli preclinici in vitro/in vivo per i CTCLs, il presente progetto mira a sviluppare un modello di trattamento personalizzato per i pazienti affetti da CTCL aggressivo integrando dati genetici e analisi della suscettibilità ai farmaci.

Ambito di ricerca Cutaneous T cell Lymphoma_ PNRR-TR1-2023- 12377428

Prot. DSC 97. 2024 co.co.co. Leggiapri link icon bianca
Cutaneous T cell Lymphoma: new approaches toward a better patient management

Responsabili scientifici: Dott. Enrico Scala (PI), Dott.ssa Maria Grazia Narducci (CO-PI)

 

Il linfoma a cellule T cutanee (CTCL) è un tumore molto raro (7-10 casi per milione di persone) caratterizzato dalla presenza ed espansione di linfociti CD4+ maligni sulla pelle. Le varianti più comuni sono la micosi fungoide (MF) e la sindrome di Sézary (SS). Lo stadio precoce della MF mostra un’infiltrazione limitata alla pelle con un decorso clinico lento e indolente che progredisce nel corso degli anni attraverso macchie e placche; tuttavia, circa il 30% delle MF progredisce in stadi tumorali aggressivi con scarsa prognosi. La SS è la forma più rara ma più aggressiva di CTCL caratterizzata, all’esordio della malattia, dalla co-presenza di linfociti neoplastici (cellule SS), principalmente nel sangue, nei linfonodi e sulla pelle. I pazienti con SS hanno un tasso di sopravvivenza globale a 5 anni (OS) che va dal 15% al 40%. Le forme aggressive dei CTCL sono è influenzate da molti eventi genetici come variazioni del numero di copie geniche, mutazioni e alterazioni cromosomiche che interessano la segnalazione del recettore delle cellule T, le molecole di co-stimolazione, PI3K, JAK/STAT, NF-kB, ciclo cellulare, apoptosi, risposta al danno al DNA, modificatori epigenetici e immuno-sorveglianza. Nonostante i numerosi dati high throughput generati finora tramite analisi NGS, nessun terapeutico è stato ancora individuato per una cura risolutiva o per prolungare la sopravvivenza dei pazienti affetti da CTCL aggressivo. Il fallimento terapeutico è dovuto in parte all’elevata eterogeneità intra-tumorale della malattia, ma anche alla scarsa partecipazione dei tumori rari ai trial clinici. Recentemente l’inibitore di PI3K Duvalisib ha mostrato efficacia in circa il 30% dei casi. Altre terapie mirate sono rappresentate da inibitori di JAK/STAT, HDAC e farmaci ipometilanti (decitabina, metotrexato) che mostrano efficacia nel 20-40% dei casi. Recentemente, nuovi approfondimenti sulla patogenesi provengono dagli studi effettuati dall’ UO1 e UO3 sul CD39: il team dell’UO1 ha dimostrato che l’espressione di CD39 è geneticamente controllata dallo SNP A/G rs10748643 che è in grado di distinguere due gruppi di pazienti SS (CD39+ e CD39-) associati a diverse prognosi (Picozza et al. 2022). Risultati preliminari indicano che le cellule CD39+SS sono trascrizionalmente meno attive (sia in termini quantitativi che qualitativi) rispetto alle cellule CD39- SS suggerendo che questa proteina è in grado di agire su meccanismi epigenetici come la metilazione. Questi dati suggeriscono che il bio-marcatore CD39 può aiutare a selezionare i pazienti potenzialmente più responsivi alle terapie ipo-metilanti. C’è inoltre da sottolineare che il team dell’ UO3 ha dimostrato che gli ecto[1]enzimi CD39/CD73 generano adenosina extracellulare immunosoppressiva (ADO), potenzialmente coinvolta nella risposta immune dei pazienti affetti da SS (Yakymiv et al. 2023). Considerando le sfide terapeutiche sopra descritte e la scarsità di modelli preclinici in vitro/in vivo per i CTCLs, il presente progetto mira a sviluppare un modello di trattamento personalizzato per i pazienti affetti da CTCL aggressivo integrando dati genetici e analisi della suscettibilità ai farmaci. Per raggiungere questi risultati , verranno affrontati tre obiettivi con l’intento di:

1) Analizzare 5 linee cellulari commerciali di CTCL (Hut78, H9, HH, SeAx e Myla) tramite sequenziamento massivo dell’intero genoma (WGS) e contestualmente valutare la loro suscettibilità farmacologica tramite lo screening massivo di un ampio pannello di farmaci già approvati dalla FDA (FDA-drug libray). L’integrazione dei dati emergenti da queste analisi permetterà di evidenziare i farmaci capaci di bloccare specificamente geni e/o pathways alterati rilevati nelle diverse linee.

2) Sviluppare colture a lungo termine (LTC) di linfociti neoplastici circolanti derivati da almeno 5 pazienti SS da caratterizzare per alterazioni genetiche tramite WGS al fine di selezionare farmaci ad hoc contenuti nella FDA-drug libray descritta nel punto 1.

3) Analizzare il trascrittoma, metiloma, l’immunofenotipo e il microambiente tumorale cutaneo di una coorte di pazienti SS per scoprire nuovi biomarcatori prognostici e terapeutici (stratificazione del rischio e della terapia) tenendo anche conto della genetica (SNP) capace di guidare l’espressione del CD39 nella SS

 

Ambito di ricerca Cutaneous T cell Lymphoma_ PNRR-TR1-2023- 12377428

Prot. DSC 93. 2024 co.co.co. Leggiapri link icon bianca

Contratti scaduti 

Validazione dell’attività anti-fibrotica del PF-03084014 (nirogacestat) e dell’acido valproico nelle malattie fibrotiche cutanee

Responsabile progetto: Dott. Daniele Castiglia co-PI dott. Di Zenzo

 

La fibrosi è una condizione patologica che colpisce diversi organi, compresa la pelle. È caratterizzata da un’eccessiva deposizione di proteine della matrice extracellulare (ECM), in genere collageni. Le modifiche molecolari provocate dalla fibrosi alterano l’architettura dei tessuti e compromettono la funzionalità delle cellule e l’omeostasi del sistema immunitario, spesso in modo autoalimentato.

La fibrosi cutanea comprende un ampio gruppo di disturbi ereditari e acquisiti che possono interessare solo la pelle (ad esempio i cheloidi) o anche altri organi, nel contesto di disturbi multisistemici. Quest’ultimo gruppo comprende la sclerosi sistemica, l’epidermolisi bollosa distrofica recessiva (EBDR) e la fibrosi sistemica nefrogenica. La sclerodermia – il prototipo dei disordini fibrotici cutanei – abbraccia un gruppo eterogeneo di malattie caratterizzate da vasculopatia, disfunzione immunitaria e fibrosi della pelle e/o degli organi interni (ad esempio, polmoni e reni), a seconda del sottotipo. Pertanto, la sclerodermia può essere suddivisa in due forme principali: la sclerodermia localizzata (LS) – che di solito colpisce la pelle – e la sclerosi sistemica (SSc), estremamente grave a causa delle sue manifestazioni cliniche di carattere sindromico. A causa dell’eterogeneità clinica e dell’alto tasso di morbilità e mortalità, la SSc rappresenta ancora oggi un’enorme sfida terapeutica.

Sebbene in misura minore rispetto alla SSc, anche la LS compromette in modo significativo la qualità di vita dei pazienti, in particolare nei bambini. Infatti, in età pediatrica la LS influisce sulla crescita corporea e può presentarsi con manifestazioni extra-cutanee, determinando una maggiore morbilità rispetto alla LS dell’adulto. Oltre alla SSc, altre patologie fibrotiche cutanee, tra cui i cheloidi diffusi e l’EBDR, sono estremamente invalidanti, possono portare allo sviluppo di complicanze cliniche che mettono a rischio la vita del paziente e necessitano in maniera significativa ed urgente di trattamenti terapeutici efficaci.

I risultati ottenuti in modelli in vitro e in vivo di fibrosi associata a EBDR hanno rivelato i marcati effetti anti-fibrotici di PF-03084014 (PF-0308) e dell’acido valproico (VPA), due composti che agiscono rispettivamente come inibitori di Notch e delle istone deacetilasi. In modelli preclinici di EBDR, entrambe le molecole riducono significativamente i processi fibrotici tipici dei fibroblasti attivati. È importante sottolineare che il VPA è approvato per il trattamento di disturbi neurologici, mentre PF-0308 è recentemente entrato in fase avanzata di sviluppo clinico (studi di fase II/III) per il trattamento dei tumori desmoidi in pazienti pediatrici e adulti. Né il PF-0308 né il VPA sono stati utilizzati per il trattamento di altre patologie fibrotiche della pelle.

Gli obiettivi di questo progetto sono: 1) validare l’attività anti-fibrotica di PF-0308 e VPA in diversi modelli in vitro e in vivo di fibrosi cutanea (ad esempio, sclerosi sistemica e localizzata, cheloidi); 2) approfondire le conoscenze sul network molecolare caratterizzante le malattie fibrotiche cutanee, al fine di identificare una “firma molecolare” comune e nuovi biomarcatori diagnostici/prognostici. Il successo del presente studio porrà le basi per il riposizionamento di PF-0308 e VPA e lo sviluppo a breve termine di uno studio clinico di fase I/II per valutare il loro potenziale terapeutico come farmaci anti-fibrotici in pazienti dermatologici.

Ambito di ricerca Validazione dell'attività anti-fibrotica del PF-03084014 (nirogacestat) e dell'acido valproico nelle malattie fibrotiche cutanee

Prot. DSC 96. 2024 co.co.co. Leggiapri link icon bianca
Validazione dell’attività anti-fibrotica del PF-03084014 (nirogacestat) e dell’acido valproico nelle malattie fibrotiche cutanee

Responsabile progetto: Dott. Daniele Castiglia

 

La fibrosi è una condizione patologica che colpisce diversi organi, compresa la pelle. È caratterizzata da un’eccessiva deposizione di proteine della matrice extracellulare (ECM), in genere collageni. Le modifiche molecolari provocate dalla fibrosi alterano l’architettura dei tessuti e compromettono la funzionalità delle cellule e l’omeostasi del sistema immunitario, spesso in modo autoalimentato.

La fibrosi cutanea comprende un ampio gruppo di disturbi ereditari e acquisiti che possono interessare solo la pelle (ad esempio i cheloidi) o anche altri organi, nel contesto di disturbi multisistemici. Quest’ultimo gruppo comprende la sclerosi sistemica, l’epidermolisi bollosa distrofica recessiva (EBDR) e la fibrosi sistemica nefrogenica. La sclerodermia – il prototipo dei disordini fibrotici cutanei – abbraccia un gruppo eterogeneo di malattie caratterizzate da vasculopatia, disfunzione immunitaria e fibrosi della pelle e/o degli organi interni (ad esempio, polmoni e reni), a seconda del sottotipo. Pertanto, la sclerodermia può essere suddivisa in due forme principali: la sclerodermia localizzata (LS) – che di solito colpisce la pelle – e la sclerosi sistemica (SSc), estremamente grave a causa delle sue manifestazioni cliniche di carattere sindromico. A causa dell’eterogeneità clinica e dell’alto tasso di morbilità e mortalità, la SSc rappresenta ancora oggi un’enorme sfida terapeutica.

Sebbene in misura minore rispetto alla SSc, anche la LS compromette in modo significativo la qualità di vita dei pazienti, in particolare nei bambini. Infatti, in età pediatrica la LS influisce sulla crescita corporea e può presentarsi con manifestazioni extra-cutanee, determinando una maggiore morbilità rispetto alla LS dell’adulto. Oltre alla SSc, altre patologie fibrotiche cutanee, tra cui i cheloidi diffusi e l’EBDR, sono estremamente invalidanti, possono portare allo sviluppo di complicanze cliniche che mettono a rischio la vita del paziente e necessitano in maniera significativa ed urgente di trattamenti terapeutici efficaci.

I risultati ottenuti in modelli in vitro e in vivo di fibrosi associata a EBDR hanno rivelato i marcati effetti anti-fibrotici di PF-03084014 (PF-0308) e dell’acido valproico (VPA), due composti che agiscono rispettivamente come inibitori di Notch e delle istone deacetilasi. In modelli preclinici di EBDR, entrambe le molecole riducono significativamente i processi fibrotici tipici dei fibroblasti attivati. È importante sottolineare che il VPA è approvato per il trattamento di disturbi neurologici, mentre PF-0308 è recentemente entrato in fase avanzata di sviluppo clinico (studi di fase II/III) per il trattamento dei tumori desmoidi in pazienti pediatrici e adulti. Né il PF-0308 né il VPA sono stati utilizzati per il trattamento di altre patologie fibrotiche della pelle.

Gli obiettivi di questo progetto sono: 1) validare l’attività anti-fibrotica di PF-0308 e VPA in diversi modelli in vitro e in vivo di fibrosi cutanea (ad esempio, sclerosi sistemica e localizzata, cheloidi); 2) approfondire le conoscenze sul network molecolare caratterizzante le malattie fibrotiche cutanee, al fine di identificare una “firma molecolare” comune e nuovi biomarcatori diagnostici/prognostici. Il successo del presente studio porrà le basi per il riposizionamento di PF-0308 e VPA e lo sviluppo a breve termine di uno studio clinico di fase I/II per valutare il loro potenziale terapeutico come farmaci anti-fibrotici in pazienti dermatologici.

Ambito di ricerca Validazione dell'attività anti-fibrotica del PF-03084014 (nirogacestat) e dell'acido valproico nelle malattie fibrotiche cutanee

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Inhibition of VEGFR-1 with innovative biologics that target the tumor, tumor-associated vessels and immunosuppresive microenvironment for melanoma treatment

Responsabile progetto: Dott. Pedro Miguel Lacal

 

Il melanoma è un tumore altamente aggressivo con notevole invasività, angiogenesi e microambiente tumorale immunosoppressivo. Nonostante l’approvazione degli inibitori dei checkpoint immunitari e degli inibitori di chinasi, una percentuale rilevante di pazienti con melanoma metastatico non risponde al trattamento o va incontro a progressione. Il coinvolgimento di VEGFR-1 esclusivamente nell’angiogenesi patologica rende questo recettore un bersaglio utile in oncologia, evitando la tossicità sistemica delle terapie anti-angiogeniche (Lacal, 2018). I dati ottenuti in un modello di melanoma murino utilizzando un anticorpo monoclonale (mAb) anti-VEGFR-1 prodotto nei nostri laboratori (D16F7) supportano questa ipotesi. Infatti, il D16F7 esercita attività antitumorale, è ben tollerato e aumenta l’efficacia dell’immunoterapia (Lacal, 2020). Lo scopo del progetto è validare dei potenziali farmaci biologici innovativi anti-VEGFR-1 in modelli preclinici di melanoma che riflettono più da vicino la risposta clinica (i.e., organoidi e patient-derived tumor xenografts o PDTX) mediante formulazioni che ne aumentano la penetrazione nel tumore, la stabilità e l’efficacia.

Ambito di ricerca Validazione di farmaci biologici innovativi anti-VEGFR-1 in fase preclinica

Prot. DSC 92. 2024 co.co.co. Leggiapri link icon bianca
Nuovi possibili target terapeutici della psoriasi: ruolo del recettore del proNGF, p75NTR, nei meccanismi infiammatori associati alla psoriasi

Responsabile progetto: Dott.ssa Alessandra Magenta

La psoriasi è una malattia con una elevata diffusione, che ha un impatto socioeconomico molto elevato.

Essa incide in modo elevato sulla qualità di vita ed è associata a molte comorbidità, quali ad esempio l’obesità ed il rischio cardiovascolare, che contribuiscono ad aggravare l’impatto economico sul sistema sanitario nazionale.
Accelerare le diagnosi e migliorare le conoscenze alla base della patologia permetterà di ridurre i tempi della diagnosi e sviluppare nuove terapie più efficaci e meno costose.
La psoriasi infatti, è una patologia cronica della cute caratterizzata da un’importante reazione infiammatoria sistemica e da processi proliferativi danneggiati.
La comprensione dei meccanismi alla base dell’infiammazione cronica che determina l’iperproliferazione degli strati cutanei delle placche psoriasiche e l’identificazione dei fattori di rischio che potrebbero essere correlati con la progressione di questa patologia è fondamentale per lo sviluppo di nuovi approcci terapeutici.
La via di trasduzione del segnale che svolge un ruolo chiave nelle malattie croniche infiammatorie è quella del NGF. L’mRNA dell’NGF è altamente espresso nei tessuti infiammati tuttavia, non è chiaro quali siano i tipi cellulari ed i meccanismi sotto il controllo del NGF secreto o del suo precursore biologico il proNGF. L’NGF è noto legarsi specificamente al recettore TrkA mentre il proNGF si lega al suo recettore p75NTR, il ruolo di questi recettori durante la risposta infiammatoria è ad oggi poco chiarito

I microRNA (miRNA) e le allarmine sono emersi come regolatori chiave di numerosi processi biologici, i loro livelli circolanti possono essere utilizzati come biomarcatori di progressione di malattia. Abbiamo precedentemente dimostrato che il miR-200c aumenta nella cute e nel plasma di pazienti psoriasici. Inoltre, la nucleofosmina (NPM), una fosfoproteina nucleolare coinvolta in diversi processi cellulari, aumenta sia nella cute che nel plasma di pazienti psoriasici e correla con la progressione della malattia ed il rischio cardiovascolare. Precedentemente abbiamo dimostrato che la NPM extracellulare è in grado di legare il miR-200c.

Ambito di ricerca progetto 5X1000: nuovi possibili target terapeutici della psoriasi

Prot. DSC 91. 2024 co.co.co. Leggiapri link icon bianca
DISPLASIE ECTODERMICHE E DIFETTI DELL’OMEOSTASI CUTANEA: MECCANISMI MOLECOLARI, MODELLI GENETICI E MUTAZIONI GENETICHE

Responsabile progetto: Prof.ssa Eleonora Candi

I disturbi dello sviluppo associati alla displasia ectodermica (DE) sono un gruppo di malattie eterogenee che coinvolgono lo sviluppo di vari organi di origine ectodermica, tra cui l’epidermide e gli annessi cutanei. Per studiare i meccanismi molecolari alla base della DE e dei difetti dell’omeostasi cutanea, verranno utilizzati e/o esplorati vari modelli sperimentali, come cheratinociti umani e murini, pelle ricostituita, campioni istologici di pazienti con DE e topi transgenici. Tali modelli sperimentali verranno studiati e analizzati attraverso tecniche e approcci metodologici di biologia cellulare, biologia molecolare e biochimica (ad esempio: ingegneria delle linee, silenziamento genico tramite Crispr/Cas9, interattomica, trascrittomica) disponibili nel laboratorio di Biochimica. L’obiettivo generale del progetto è lo studio dei meccanismi e dei processi molecolari alterati nelle displasie ectodermiche e importanti per il mantenimento di una corretta omeostasi cutanea.

Ambito di ricerca AVVISO AD EVIDENZA PUBBLICA PER L’ASSEGNAZIONE DI N.1 CONTRATTO TEMPORANEO DI COLLABORAZIONE co.co.co NELL’AMBITO DEL PROGETTO DI RICERCA 1.3 RC-2022

Prot. DSC 86. 2023 RC2024 linea 1.3 Candi T co.co.co. Leggiapri link icon bianca
RUOLO DEI MEMBRI DELLA FAMIGLIA GENICA DI P53 E DELLE ALTERAZIONI METABOLICHE RILEVANTI NELLA PREVENZIONE, NELLO SVILUPPO E NELLA TERAPIA DEI TUMORI EPITELIALI

Responsabile: Prof.ssa Eleonora Candi

L’obiettivo del progetto è lo studio dei circuiti molecolari attivati dai fattori di trascrizione p53/p63/p73 e la comprensione dei meccanismi genetici ed epigenetici rilevanti per la formazione dei tumori epiteliali. È noto che l’espressione anomala (amplificazione e/o over-espressione) di p63 nelle cellule degli epiteli squamosi, conferisca un vantaggio proliferativo alle cellule cancerose portando quindi alla trasformazione maligna. Si ritiene necessaria l’identificazione e lo studio di possibili interattori molecolari, tramite cui p63 si comporta da oncogene. Abbiamo perseguito i seguenti obiettivi specifici:

  • Studio dell’interattore di p63. Abbiamo identificato un nuovo interattore di ZNF148 (fattore di trascrizione zinc-finger di tipo Krüppel) la cui espressione risulta correlata a quella di p63 nei carcinomi squamosi della pelle, della testa e del collo. Il silenziamento genico di ZNF148 e p63 ha portato alla riduzione del potere proliferativo di linee cellulari di carcinoma squamoso.

Ambito di ricerca AVVISO AD EVIDENZA PUBBLICA PER L’ASSEGNAZIONE DI N.1 CONTRATTO TEMPORANEO DI COLLABORAZIONE co.co.co NELL’AMBITO DEL PROGETTO DI RICERCA 3.2 RC-2022

Prot. DSC 85.2023 RC2024 linea 3.2 Candi Pec co.co.co. Leggiapri link icon bianca
EVENTI GENETICI E MOLECOLARI NELLO SVILUPPO DEI TUMORI CUTANEI: INDIVIDUAZIONE DI POTENZIALI BIOMARCATORI E TARGET TERAPEUTICI

Responsabile: Dott.ssa Maria Grazia Narducci

Scopo della linea MedPOD è l’identificazione di nuovi bersagli terapeutici, biomarcatori diagnostici, prognostici e di risposta alla terapia nelle patologie oncologiche osservate presso l’IDI-IRCCS. Le attività di ricerca potranno contare sulle casistiche disponibili presso l’Istituto che da anni raccoglie campioni biologici dei pazienti affetti da neoplasie di origine cutanea. I progetti afferenti alla MedPOD utilizzeranno sia metodiche classiche di biologia cellulare e molecolare e di biochimica, che tecniche recenti altamente innovative (NSG, PDX, organoidi). In particolare questo progetto a caratterizzare il ruolo del CD39 nei linfomi cutanei T e in particolare nella sindrome di Sezary. CD39, insieme al CD73, scinde ATP extracellulare (infiammatoria) producendo adenosina (ADO), un metabolita che promuove immunosoppressione ‘silenziando’ l’attività anti-tumorale delle cellule immunitarie. Questo ruolo ci spinge a studiare il microambiente tumorale cutaneo dei pazienti CD39high e CD39low.

Ambito di ricerca AVVISO AD EVIDENZA PUBBLICA PER L’ASSEGNAZIONE DI N.1 CONTRATTO TEMPORANEO DI COLLABORAZIONE co.co.co NELL’AMBITO DEL PROGETTO DI CORRENTE 2023-2025, linea 3.1

Prot. DSC 84.2023 RC2024 linea 3.1 Narducci 25K D co.co.co. Leggiapri link icon bianca
EVENTI GENETICI E MOLECOLARI NELLO SVILUPPO DEI TUMORI CUTANEI: INDIVIDUAZIONE DI POTENZIALI BIOMARCATORI E TARGET TERAPEUTICI

Responsabile: Dott.ssa Maria Grazia Narducci

Scopo della linea MedPOD è l’identificazione di nuovi bersagli terapeutici, biomarcatori diagnostici, prognostici e di risposta alla terapia nelle patologie oncologiche osservate presso l’IDI-IRCCS. Le attività di ricerca potranno contare sulle casistiche disponibili presso l’Istituto che da anni raccoglie campioni biologici dei pazienti affetti da neoplasie di origine cutanea. I progetti afferenti alla MedPOD utilizzeranno sia metodiche classiche di biologia cellulare e molecolare e di biochimica, che tecniche recenti altamente innovative (NSG, PDX, organoidi). In particolare questo progetto a caratterizzare il ruolo del CD39 nei linfomi cutanei T e in particolare nella sindrome di Sezary. CD39, insieme al CD73, scinde ATP extracellulare (infiammatoria) producendo adenosina (ADO), un metabolita che promuove immunosoppressione ‘silenziando’ l’attività anti-tumorale delle cellule immunitarie. Questo ruolo ci spinge a studiare il microambiente tumorale cutaneo dei pazienti CD39high e CD39low.

Ambito di ricerca AVVISO AD EVIDENZA PUBBLICA PER L’ASSEGNAZIONE DI N.1 CONTRATTO TEMPORANEO DI COLLABORAZIONE co.co.co NELL’AMBITO DEL PROGETTO DI RICERCA CORRENTE 2023-2025, linea 3 “MEDICINA DI PRECISIONE IN ONCOLOGIA DERMATOLOGICA, linea 3.1

Bando contratto_Prot_DSC 83.2023 del 12.12.20203 RC2024 linea 3.1 LOM__narducci_K30 Leggiapri link icon bianca
MEDICINA PERSONALIZZATA NELLE MALATTIE INFIAMMATORIE CRONICHE E DEGENERATIVE DELLA CUTE

Responsabile: Dott.ssa Cristina Albanesi

Questa linea di ricerca è volta ad identificare:

  • i processi patogenetici coinvolti nelle principali malattie infiammatorie cutanee ad alto impatto sociale, quali la dermatite atopica (DA) e la psoriasi;
  • nuovi biomarcatori atti a predire l’outcome clinico e terapeutico nei pazienti affetti da patologie dermatologiche e allergologiche;
  • i meccanismi molecolari e cellulari alla base della rigenerazione tissutale e le loro alterazioni nell’invecchiamento fisiologico della cute e in condizioni patologiche croniche e degenerative, quali le ulcere cutanee.

Si utilizzeranno sia metodiche classiche di biologia cellulare e molecolare, che tecnologie innovative (NGS, Allergy Explorer-Alex).

Ambito di ricerca AVVISO AD EVIDENZA PUBBLICA PER L’ASSEGNAZIONE DI N.1 CONTRATTO Co.Co.Co NELL’AMBITO DEL PROGETTO DI RICERCA di “RICERCA CORRENTE 2024 - LINEA 2

Prot. DSC 82.2023 RC2024 linea 2 Albanesi Lol co.co.co. Leggiapri link icon bianca
DIAGNOSTICA AVANZATA, PATOGENESI E BERSAGLI TERAPEUTICI NELLE MALATTIE BOLLOSE AUTOIMMUNI

Responsabile: Dott. Giovanni Di Zenzo

La linea di ricerca è dedicata allo studio delle genodermatosi e delle malattie bollose autoimmuni (MBA) e del connettivo. Si tratta di malattie croniche, invalidanti, e sensibili a modificatori genetici ed epigenetici che modulano la gravità del fenotipo rendendo problematica la prognosi. Molte di esse sono accomunate da alterazioni del sistema immunitario o dell’omeostasi cutanea, invecchiamento precoce della cute, infiammazione e fibrosi, manifestazioni che si associano a modificazioni del microambiente e che predispongono allo sviluppo di tumori aggressivi, causa della maggioranza dei decessi in età adulta. La diagnosi necessita di un approccio multidisciplinare e analisi laboratoristiche complesse, e vista la variegata natura dei fenotipi è spesso necessario il sequenziamento NextGen del DNA o dell’RNA.

Ambito di ricerca AVVISO AD EVIDENZA PUBBLICA PER L’ASSEGNAZIONE DI N.1 CONTRATTO TEMPORANEO DI COLLABORAZIONE co.co.co NELL’AMBITO DEL PROGETTO DI RICERCA RC2024 LINEA 1

Bando contratto Prot. DSC 81.2023 del 11.12.2023_RC2024 linea 1 K17P Leggiapri link icon bianca
DIAGNOSTICA AVANZATA, PATOGENESI E BERSAGLI TERAPEUTICI NELLE MALATTIE BOLLOSE AUTOIMMUNI

Responsabile: Dott. Giovanni Di Zenzo

La linea di ricerca è dedicata allo studio delle genodermatosi e delle malattie bollose autoimmuni (MBA) e del connettivo. Si tratta di malattie croniche, invalidanti, e sensibili a modificatori genetici ed epigenetici che modulano la gravità del fenotipo rendendo problematica la prognosi. Molte di esse sono accomunate da alterazioni del sistema immunitario o dell’omeostasi cutanea, invecchiamento precoce della cute, infiammazione e fibrosi, manifestazioni che si associano a modificazioni del microambiente e che predispongono allo sviluppo di tumori aggressivi, causa della maggioranza dei decessi in età adulta. La diagnosi necessita di un approccio multidisciplinare e analisi laboratoristiche complesse, e vista la variegata natura dei fenotipi è spesso necessario il sequenziamento NextGen del DNA o dell’RNA.

Ambito di ricerca AVVISO AD EVIDENZA PUBBLICA PER L’ASSEGNAZIONE DI N.1 CONTRATTO TEMPORANEO DI COLLABORAZIONE co.co.co NELL’AMBITO DEL PROGETTO DI RICERCA RC2024 LINEA 1

Bando contratto Prot. DSC 80.2023_RC2024 linea 1 K19.4M Leggiapri link icon bianca
Study of the role of the extracellular nicotinamide phosphoribosyltransferase (eNAMPT) in the pathogenic networks underlying psoriasis and the comorbid condition of obesity

RESPONSABILE SCIENTIFICO DI PROGETTO: Dott.ssa Laura Mercurio

La psoriasi è una malattia infiammatoria cronica della cute, associata ad un ampio spettro di comorbidità. Tra questi, l’obesità ha un impatto rilevante sull’insorgenza della psoriasi, sulla gravità della malattia e sulla risposta alle terapie. La forma extracellulare della nicotinammide fosforibosiltransferasi (eNAMPT) è iper-secreta nell’obesità. Abbiamo recentemente scoperto che NAMPT è sovra-espresso nella cute psoriasica e ha un’azione pro-infiammatoria sull’epidermide e sulle cellule endoteliali dermiche. Il presente progetto ha lo scopo di chiarire il ruolo di eNAMPT nel legame patologico tra psoriasi e obesità. La proposta valuterà:

  • l’effetto del rilascio di adipociti eNAMPT sulle cellule epiteliali residenti di pazienti psoriasici;
  • l’impatto dell’eNAMPT ricombinante in un modello murino di psoriasi e il suo blocco in topi obesi con dermatite simile alla psoriasi;
  • il contenuto di eNAMPT nel siero e nelle cellule immunitarie periferiche di pazienti psoriasici e la sua correlazione con altre citochine infiammatorie, gravità della malattia, obesità e risposta ai farmaci biologici.

Ambito di ricerca Studio del ruolo della nicotinammide fosforibosiltransferasi extracellulare (eNAMPT) nella patogenesi della psoriasi e della comorbidità dell'obesità

Prot. DSC.79.2023 GR-2021-12373884 avviso ad evidenza pubblica per l'assegnazione di n.1 contratto co.co.co per Biologo Leggiapri link icon bianca